Rompere le righe

Mi faccia vedere il biglietto per favore, mi favorisca i documenti, mi mostri il cartellino, porti il suo volto vicino ai sensori, mi faccia scansionare il suo codice a barre, venga più vicino, mi mostri il numero della fila. Mi dispiace, lei non può entrare, lei sì, lei può, lei torni quando si è messo in regola. Perché lei conosce la regola, vero? È per il suo bene, si mostri collaborativo, non faccia polemica, non sia polemico. La sua non è un’opinione è solo una polemica sterile. Guardi quel signore come fa il suo dovere, attende il suo turno, aspetta senza fare tanta confusione. Resti al suo posto. La maggioranza fa così, perché vuole andare controcorrente? Sono tutte parole inutili. La smetta di gridare, ma io non grido. Dicono tutti così, siete tutti uguali. Ma io ho paura, mi sento soffocare, voglio solo respirare, voglio uscire da questa stanza. Vede qualcuno che grida? Anche quel bambino lì è più bravo di lei, su forza non esca dalla fila, resti inquadrato, fermo e avanzi solo quando vede la fila muoversi. Vedrà, andrà tutto bene.

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